SACCHETTI PER ALIMENTI PORTATI DAL CLIENTE NEL PUNTO VENDITA: UNA INTERPRETAZIONE ASSURDA

Il Ministero della Sanità dà una interpretazione quantomeno fantasiosa del provvedimento del Consiglio di Stato.

08/05/2018

Dare la possibilità di permettere ai consumatori di portare da casa shopper biocompostabili per l’asporto di alimenti, come stabilito dalla circolare ministeriale del 30 aprile sui sacchetti per gli alimenti disponibili a libero servizio nei punti vendita, è una soluzione totalmente avulsa dalla realtà e non tiene minimamente conto delle dinamiche che avvengono all’interno di un esercizio commerciale.

Chi ha scritto la circolare evidentemente non ha la minima idea di quello a cui ci riferiamo, vogliamo scriverlo in maniera semplice e chiara, con esempi concreti per rappresentare l’assurdità della proposta.

Primo: i sacchetti biocompostabili utilizzati dagli esercizi commerciali sono ceduti ai consumatori sottocosto nella quasi totalità dei casi. Non si capisce quindi dove sarebbe la convenienza dei consumatori, visto che la circolare stessa impone le stesse caratteristiche ai sacchetti portati da casa.

Secondo: la stragrande maggioranza dei negozi della media e grande distribuzione ha reparti ortofrutta self service; pertanto non c’è un operatore che potrebbe farsi carico di verificare l’idoneità dei sacchetti.

Terzo: anche nel caso in cui i sacchetti fossero idonei, bisognerebbe contraddistinguerli con un simbolo o un’etichetta; diversamente i cassieri, che mai sono le stesse persone che operano nel reparto ortofrutta, non saprebbero come fare a riconoscere i sacchetti portati da casa.

Quarto: nelle bilance è stato preimpostato il costo del sacchetto, per cui occorrerebbe stornare manualmente in cassa ogni sacchetto, sempre che si sia risolto il problema di riconoscerli.

Quinto: c’è il problema della tara, che è rinviato ad un altro Ministero, ma che non è risolvibile, perché, come detto prima, i reparti sono ormai quasi tutti a libero servizio, pertanto è improponibile dover mettere un addetto per assolvere a questo compito».

Riteniamo di aver spiegato chiaramente i motivi per cui stavolta diciamo NO!

Noi non accettiamo questa risoluzione.

Siamo disponibili ad un confronto immediato per trovare assieme una soluzione, che sia percorribile e che metta fine a questa continua agonia dei sacchetti, che ogni volta in cui si placa, viene rinfocolata da soluzioni che hanno il solo effetto di creare confusione.

Per leggere il parere del Consiglio di Stato clicca QUI

Scarica sotto il parere del Ministero della Salute

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